Come e quando usare gli aggettivi bello, brutto, buono, cattivo e bravo

aggettivi bello, brutto, buono, cattivo e bravo
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Oggi ti spiegherò come e quando usare gli aggettivi bello, brutto, buono, bravo e cattivo!

L’uso di questi aggettivi può risultare un poco difficile per molti studenti di italiano

Vediamo insieme cosa significano queste parole e come si usano correttamente.

 

Come e quando usare gli aggettivi bello, brutto, buono, cattivo e bravo

 

BELLO

L’aggettivo “bello” può variare a seconda del genere (maschile/femminile) e del numero (singolare/plurale).

Viene utilizzato in riferimento all’estetica di un luogo, di una persona o di un oggetto, quindi per apprezzarne l’aspetto esteriore. Il suo contrario è: “brutto”.

 

Per esempio:

Ho comprato un vestito molto bello. → Ho comprato dei vestiti molto belli.

La nuova poesia che ha scritto Luisa è davvero bella! → Le nuove poesie che ha scritto Luisa sono davvero belle!

Se l’aggettivo “bello” si mette prima del nome, per dare più enfasi alla frase, allora seguirà le stesse regole che valgono per l’articolo determinativo:

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Qual è la differenza tra ADESSO, ORA, ANCORA e ALLORA?

Differenza tra ADESSO, ORA, ANCORA e ALLORA
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Uno dei dubbi più frequenti tra gli studenti di italiano è: qual è la differenza tra ADESSO, ORA, ANCORA e ALLORA?

Scopriamolo insieme!


La differenza tra ADESSO, ORA, ANCORA e ALLORA

ADESSO e ORA sono sinonimi

ADESSO e ORA sono due avverbi che in italiano hanno lo stesso significato e la loro frequenza d’uso nel linguaggio quotidiano è la stessa.

Non vi è inoltre nessuna differenza di registro: possono essere utilizzati sia in una conversazione colloquiale che in una più formale.

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Espressioni curiose: “fare la scarpetta”

fare-la-scarpetta
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Quando finiamo di mangiare, non c’è niente di più delizioso che immergere il pane nella salsa rimanente e ripulire tutta la sua superficie del piatto! È così comune farlo con ció che resta della salsa la pasta, che gli italiani hanno inventato un’espressione specifica: “fare la scarpetta”.


Fare la scarpetta

Noi italiani, facciamo la scarpetta con la salsa dello stufato, con il succo dell’arrosto e, naturalmente, con ciò che resta della salsa di pasta. 

 

fare la scarpetta

Fonte immagine: polisnotizie.it

Nei tempi antichi, fare la scarpetta era un’abitudine normale e per niente maleducata. 

Nel 1530 persino il filosofo Erasmo da Rotterdam lo raccomandò nel suo libro “De Civilitate Morum Puerilium”. Ma nel 1672 Antoine de Courtin la classificò come un’usanza di contadini, e quindi, poco elegante. 

Da allora, questa consuetudine non si è persa, ma certamente fare la scarpetta, rappresenta uno di quei piccoli piaceri quotidiani che ci concediamo nella discrezione delle nostre case. 

In pubblico, generalmente, ci asteniamo da questa usanza, perché secondo le regole di etichetta, non dovrebbe essere fatto. 

Ma chi non ha ceduto più di una volta a questa irresistibile tentazione?

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Le parole piú importanti della politica italiana

parole della politica italiana
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In questi giorni, in Italia, si parla tanto di politica

Le decisioni prese negli ultimi giorni dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e le dimissioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, hanno determinato un’ulteriore volta una crisi di governo in Italia e l’inizio di un nuovo periodo di incertezze per tutti i cittadini italiani.

Sperando che le cose vadano presto per il meglio o in attesa di possibili nuove elezioni, oggi voglio dedicare quest’articolo alle parole piú importanti della politica italiana.


Cominciamo proprio dall’origine e dal significato della parola “politica”.

POLITICA: la parola politica viene dal greco antico politikḗ (da pόlis, città-stato) e téchnē (“arte” o “tecnica”). Quindi: “arte riferita alla città-stato”.

Dalla stessa radice derivano anche il sostantivo polī́tēs, “cittadino”, e l’aggettivo polītikós, “politico”.

Il 2 giugno 1946 è una data importante per l’Italia: fu il giorno in cui, attraverso un referendum, venne abolita la monarchia e proclamata la nascita della Repubblica, parlamentare e democratica. 

La Costituzione italiana, venne definitivamente promulgata il 1º gennaio 1948.

 

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Ti consiglio un libro –  “Europa. La meglio gioventù”

Europa. La meglio gioventù - ritratto di una generazione
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Ciao a tutti! 

Dato il successo di un mio precedente articolo intitolato Ti consiglio un libro – Letture in italiano per ogni livello, ho deciso di inaugurare una nuova collezione di articoli in cui vi consiglio dei libri che a me sono particolarmente piaciuti e che vi consiglio di leggere se volete mantenere allenato il vostro italiano…magari durante le vacanze! 😉

Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho appena finito di leggere. 

Si chiama “Europa. La meglio gioventù” dell’autore Edoardo Vigna ed è uscito proprio a maggio di quest’anno.


Ti consiglio un libro –  “Europa. La meglio gioventù”

Europa. La meglio gioventù

 


Chi è Edoardo Vigna?

Edoardo Vigna è un giornalista che da 24 anni lavora al Corriere della Sera. Attualmente è caporedattore nella redazione di 7, un settimanale che offre ogni venerdì notizie di cronaca, cultura, politica e attualità.

Inoltre è tutor al Master in Giornalismo della Scuola Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano.


Il libro: “Europa. La meglio gioventù”

 

“Quello che state leggendo non è un saggio sociologico né la valutazione ragionata di un’indagine statistica. È l’incontro aperto con una generazione”

 

Questa è in poche parole la missione che si è prefissata Edoardo Vigna nello scrivere il libro “Europa. La meglio gioventù”, cioè quella di incontrare, conoscere e dialogare con i giovani ragazzi europei di oggi per scoprire i loro desideri, le loro aspirazioni, le loro conquiste e le loro paure in un’Europa sempre più in crisi.

Il suo viaggio ci conduce in 10 città europee: Berlino, Riga, Siviglia, Dublino, Copenaghen, Atene, Praga, Varsavia, Stoccolma e Strasburgo. 

Ad accompagnarle, 10 parole chiave, una per ogni città: Street, Indipendenza, Misura, Talento, Felicità, Cambiamento, Arrangiarsi, Condivisione, Tecnologia, Apertura. 

Tutti concetti che in breve racchiudono l’essenza e l’identità di ognuna di queste città e dei giovani che le abitano.

Che cosa rappresenta l’Europa per i giovani di oggi? Quali sono i limiti e le risorse che l’Unione Europea è stata in grado di offrirci durante gli ultimi anni? Dobbiamo ancora credere in un futuro senza limiti né barriere?

“Europa. La meglio gioventù” è un libro che cerca di rispondere a tutte queste e a molte altre domande, in un’epoca in cui il valore di un’Europa unita si sta pian piano dimenticando e sempre di più mettendo in discussione.


Personalmente ho trovato il libro molto interessante, veloce da leggere e semplice da capire. 

Lo consiglio per un livello di italiano intermedio alto/avanzato (B2 – C1).

 

Questo è il link per poterlo acquistare su Amazon.

 

Esprimere gusti e preferenze

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In questo articolo vedremo quali sono i verbi e le espressioni più utilizzate in italiano per esprimere le nostre preferenze e sapere quali sono le preferenze degli altri.

 

Verbi di uso comune

Tra i verbi più usati in italiano per esprimere i nostri gusti e preferenze ci sono:

frecciaIl verbo «amare» +++
Il verbo «adorare» ++
Il verbo «piacere» +
Il verbo «odiare»

 

Per esempio:

Amo i film romantici (+++)

cuore

Adoro gli animali    (++)

gatto

Mi piace la pizza     (+)

pizza.png

Odio le verdure       (-)

verdure.png

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I nomi delle dita della mano in italiano

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Sapete come si chiamano le dita delle mani in italiano?

Mi sono accorta che questo argomento non è quasi mai preso in considerazione dai libri e dai manuali di italiano per stranieri e spesso conoscere i nomi delle dita della mano è utile per comprendere meglio letture e modi di dire italiani.

 

dita della mano

Pollice: il nome deriva dal latino pollex-pollicis, probabilmente  a sua volta un derivato del verbo polleo, che significa forte, potente. Il pollice è infatti il primo e il più grosso dito della mano, quello che distingue l’uomo dagli altri primati e che ci consente di prendere gli oggetti.
Indice: il nome deriva dal latino indicare, quindi mostrare, segnalare. L’indice è effettivamente il dito con cui indichiamo persone e oggetti.
Medio: il nome si deve alla sua posizione, dato che è quello che si trova al centro delle dita della mano.
Anulare: il nome viene dalla parola “anello“, infatti è il dito dove generalmente si porta la fede nuziale.
Mignolo: il nome deriva dal latino minimus, ovvero “piccolo“. Quindi, essendo il più piccolo, lo chiamiamo così.

Quanto sei bravo in italiano? Scoprilo con questo test!

test italiano
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Gli studenti stranieri (in particolare quelli provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea) che vogliono trascorrere un periodo di studio in Italia o partecipare a un progetto Erasmus, normalmente devono superare un test di lingua per dimostrare la loro conoscenza dell’italiano.

Anche per scrivere un curriculum in modo professionale è molto importante conoscere il livello di competenza che possediamo nelle diverse lingue che abbiamo studiato o sappiamo parlare.

Il Consiglio d’Europa ha realizzato negli anni ’90 un modello di riferimento in grado di descrivere e valutare le abilità conseguite da chi studia una lingua straniera europea, attraverso la suddivisione in livelli di competenza.

Questo sistema è stato chiamato Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) ed è oggi il principale punto di riferimento per tutti gli studenti e gli insegnanti di lingue.

livelli lingue

Fonte: www.memorbalia.it/descrittori/dalframeworkeuropeo.pdf

Il livello A o elementare si suddivide in due sottolivelli: A1 e A2.

Il livello A1, detto anche livello di contatto, viene descritto come la fase in cui lo studente è capace di capire e usare espressioni di uso quotidiano volte a soddisfare dei bisogni di tipo concreto. Per esempio, sapersi presentare, saper fare domande semplici sulla vita di tutti i giorni, essere capaci di rispondere a queste stesse domande e comprendere conversazioni lente in cui si usa un vocabolario di base.

Il livello A2, chiamato anche livello di sopravvivenza, si riferisce a quella fase di apprendimento in cui lo studente è capace di scambiare informazioni semplici su argomenti familiari e sa esprimere bisogni immediati.

Il livello B o intermedio si divide anche in due sottolivelli: B1 e B2.

Chi possiede il livello B1, o livello soglia, può affrontare con disinvoltura situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel Paese di cui si parla la lingua ed è in grado di spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.

Il livello B2, o di progresso, è invece quella fase in cui lo studente è già capace di capire testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comunicando senza eccessivi sforzi con i parlanti nativi e affrontando una varietà più ampia di tematiche.

Infine, il livello C o avanzato si divide in C1 e C2.

Il C1, detto anche livello di efficacia, si riferisce alla capacità di esprimersi in modo fluido e preciso su argomenti e situazioni più complesse, utilizzando la lingua sia per scopi sociali che professionali e accademici. Chi possiede questo livello può parlare con i nativi senza nessuna difficoltà e utilizzare un vocabolario più specifico e adatto ad ogni situazione.

Il livello C2, o di padronanza, è il più avanzato e il più completo. Lo studente che raggiunge questa fase ha quasi le stesse capacità di un parlante nativo, sa esprimersi spontaneamente in modo molto scorrevole e preciso ed è anche capace di riconoscere alcune sfumature di tono e di accento.

testSe vuoi conoscere il tuo livello di conoscenza della lingua italiana, ti consiglio di realizzare questo test che ho reperito on-line dal sito di ESL – Soggiorni Linguistici.

Penso che sia uno dei test più semplici e veloci disponibili gratis su Internet ed è anche molto utile perché oltre a basarsi sui livelli del QCER, suggerisce, una volta terminato il test, anche le risposte corrette, in modo da poter imparare dai propri errori.

Se invece ti interessa scoprire di più sulle principali certificazioni linguistiche di italiano, ti consiglio di leggere questo altro articolo dove spiego in dettaglio quali e quante sono.

E tu? Quanto sei bravo in italiano? Che risultato hai ottenuto nel test?

Fammi sapere il tuo risultato nei commenti!

Alla prossima!

Parole difficili: “Addirittura”

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Ciao a tutti!

Oggi vi spiegherò il significato e l’uso di una delle parole più difficili da capire e utilizzare per uno studente di italiano: la parola “addirittura“.

Sono sicura che molti di voi avranno già sentito questa espressione, ma siete certi di aver capito bene come si utilizza?

La parola addirittura è un avverbio che anticamente voleva dire “direttamente“.

Per esempio: “Andrò addirittura a lavoro” = “Andrò direttamente a lavoro”

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Questo significato con il tempo si è perso e la parola addirittura oggi ha un valore totalmente diverso.

La usiamo per esprimere stupore, meraviglia di fronte a un avvenimento particolare.neve

Per esempio:

“Quest’inverno la temperatura è scesa fino agli zero gradi, addirittura ha nevicato!”

L’uso di addirittura, in questa frase, serve a sottolineare il fatto che abbia nevicato, un evento davvero speciale per la persona che parla.

Oppure si può utilizzare anche come risposta a qualcosa di sorprendente che ci stanno raccontando:

– “Michele non solo ha vinto la gara, ma gli hanno first-2023915_640anche dato la medaglia d’oro!”

– “Addirittura!”

Qui, la parola addirittura serve a enfatizzare la sorpresa, l’entusiasmo davanti a un avvenimento così importante.

Alcuni sinonimi di addirittura in italiano sono: persino, perfino e finanche ma sono meno utilizzati nel linguaggio quotidiano.

Spero che quest’articolo vi sia piaciuto e vi sia risultato utile!

Se volete scoprire di più su altre parole difficili dell’italiano, vi consiglio di leggere anche questo.

A presto!

La storia della caffettiera Bialetti

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Approfittando di una pausa-caffè, oggi vi torno a parlare della bevanda più consumata in Italia! 🙂

In un articolo precedente vi avevo già spiegato come si prepara un buon caffè e vi avevo illustrato 12 modi di berlo.

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Oggi vorrei invece raccontarvi la storia della mitica caffettiera di Bialetti, un oggetto che ha fatto la storia e che è proprio immancabile in qualsiasi casa italiana.

La Moka, fu inventata da Alfonso Bialetti nel 1933.

Sembra che l’idea gli sia venuta mentre guardava la moglie che faceva il bucato.

Infatti, anticamente, per lavare i panni, si utilizzava uno strumento chiamato “lessiveuse“, cioè una grande pentola divisa in due parti.

Nella parte superiore si mettevano i vestiti da pulire e il detersivo; nella parte inferiore, invece, si metteva l’acqua.

Le due parti comunicavano attraverso un tubo. Quando l’acqua della parte inferiore bolliva, il liquido saliva su per il tubo andando a pulire i vestiti.

Potremmo dire che era come una lavatrice senza fili!

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E se ci pensate bene è lo stesso principio con cui funziona la caffettiera!

La Moka di Bialetti oggi è un simbolo della cultura italiana ed è conosciuta in tutto il mondo.

Ciò è stato possibile soprattutto grazie all’impegno del giovane imprenditore Renato Bialetti, figlio di Alfonso. Fu lui il primo a capire che l’invenzione di suo padre sarebbe stata un trionfo e per questo si impegnò nel fargli pubblicità su giornali e riviste.

Ma solo grazie alla pubblicità in TV la Moka diventò un oggetto di incredibile successo!

Negli anni ’50, in Italia, era molto popolare un programma televisivo, di nome Carosello, che veniva trasmesso quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00.

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Consisteva in una serie di filmati divertenti, spesso sotto forma di cartoni animati, con fini pubblicitari.

bialetti-1816743_640Uno dei personaggi preferiti del Carosello era proprio Alfonso Bialetti, detto anche l’Omino con i baffi. Per promuovere la caffettiera, furono creati degli spot pubblicitari in cui l’inventore era il protagonista.

La sua caricatura è ormai celebre ovunque e, se guardate bene, potrete notare che questo disegnino è presente su tutti i prodotti Bialetti, anche quelli più moderni!

 

 

Per concludere, vi lascio un video con una delle pubblicità dell’Omino con i baffi!